Fonte foto: Guardia Costiera

Fonte foto: Guardia Costiera

 

Tempi che cambiano, marinai che trovi…

Ultimamente stiamo assistendo a molti incidenti in mare, come non avevamo mai visto prima. Secondo noi è un segno di come sta cambiando, nel tempo, il modo di approcciarsi alla nautica.

Negli anni ’70/80 non potevi salire a bordo senza una cassetta degli attrezzi e un minimo di dimestichezza negli interventi meccanici di prima necessità. Dovevi saper stringere o cambiare una fascetta, spurgare il circuito del carburante, pulire una candela e tutta una serie di interventi minori senza i quali potevi ritrovarti in mare con un radiotelefono privo di alimentazione (non c’erano i portatili di adesso) ad attendere gli eventi. Avevi al tuo fianco il binocolo e non dimenticavi mai di guardarti intorno anche se intorno non vedevi nessuno.

Ora, i nuovi diportisti, al loro fianco hanno il cellulare con tutte le app possibili ed immaginabili. Poi il GPS in plancia, ovviamente interfacciato con autopilota e radar ed ecco che i comandanti di oggi hanno praticamente smesso di guardarsi intorno e le volte in cui lo fanno comunque credono a quello che vedono sul monitor e non a quello che c’è veramente fuori. Se l’elettronica di bordo ti dice una cosa allora è quella, punto. Se, poi, hai qualche dubbio, sei insicuro o hai bisogno di qualcosa non c’è proprio alcun problema, basta telefonare, qualcuno ti risponderà sempre.

Tutto questo, secondo noi, fa sentire il moderno diportista un po’ troppo sicuro di sé e le conseguenze diventano inevitabili.

Come difendersi?

Aumentando notevolmente il proprio livello di attenzione cercando di evitare con grande anticipo ogni situazione che potrebbe rappresentare un pericolo, sempre tenendo a mente che in caso di collisione la barca più grande ha comunque la meglio.